CAPITOLO 1 |
๐1๏ธโฃ |
Come andรฒ che Maestro Ciliegia, falegname trovรฒ un pezzo di legno che piangeva e rideva come un bambino. |
โ๐คโ๏ธโ๐^โ๐ถโ๏ธโโฌโ๐๐ ๐โ,๐จโ๐ง^โ๐ต๏ธโโ๏ธโ๏ธโ1๏ธโฃ๐ฉโฉ๐ชโช๏ธ^โ๐ญโ๏ธโโ^โ๐โ๏ธโโ๏ธ1๏ธโฃ๐ถ. |
โ Cโera una voltaโฆ. |
โ๐^โ๐ถโ๏ธโโ๐ฐ๐ญโโฆโ |
โ Un re! โ diranno subito i miei piccoli lettori. |
โ1๏ธโฃ๐!โโ๐ซ๐โโโฉโน๏ธโ^โ๐ฃโถ๏ธโ. |
โ No, ragazzi, avete sbagliato. Cโera una volta un pezzo di legno. |
๐
,๐ซ,โ!๐^โ๐ถโ๏ธโโ๐ฐ๐ญโ1๏ธโฃ๐ฉโฉ๐ช. |
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che dโinverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. |
๐๐
^โ๐ถโ๏ธโ1๏ธโฃ๐ช๐,โโ1๏ธโฃโฌ
๏ธโ1๏ธโฃ๐ฉโฉ๐ช๐,โ๐๐โโ๐ฉโฉ๐ช๐ฉโฉ๐ชโโช๏ธโโโโ๐^๐ฅโคต๏ธโโจโจโโโคต๏ธโ๐ญ๐ญโโ๏ธ^๐ฏ๐ฅโโ๏ธ^๐โ๐ฒ๐ ๐ฒ๐ โ. |
Non so come andasse, ma il fatto gli รจ che un bel giorno questo pezzo di legno capitรฒ nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastrโAntonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura. |
โน๏ธ^๐คโ๐คโ๏ธโ^โโฟโ๏ธโ,โ๐^โโฟโ๏ธโโฌโ1๏ธโฃ๐โ๐๐ฉโฉ๐ช^โ๐๐โ๏ธโโคต๏ธโ๐ ๐ โโฉ1๏ธโฃ๐จโ๐ง๐ด,โช๏ธ^โ๐ทโ๏ธโโ๐๐ ๐
ฐโ,โโ๐ฅ๐ฏโ^โ๐ฃ๐ทโ๏ธโ๐นโ๐๐ ๐โ,โ๏ธ๐บโฉ๐โโฉ๐นโ,โช๏ธ^โ๐ถโ๏ธโโโฒ๐ฏโ๐โโ๐ด๐โโ๏ธ1๏ธโฃ๐โซ. |
Appena maestro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegrรฒ tutto; e dandosi una fregatina di mani per la contentezza, borbottรฒ a mezza voce: |
๐โ๐๐ ๐โ^โ๐โ๏ธโ๐๐ฉโฉ๐ช,๐น^โ๐๐ฏโ๏ธโ;โ^โ๐โฌ
๏ธโโ๏ธ๐,๐น^โ๐ฃ๐ฌโ๏ธโโ๐๐ฃ๐ถโ: |
โ Questo legno รจ capitato a tempo; voglio servirmene per fare una gamba di tavolino. โ |
โ๐๐ช^โ๐๐โ๏ธโโ๐ฐ๐โ;โน๏ธ^โ๐โผโ^๐งโ๏ธ^๐ง1๏ธโฃ๐ขโฉโโฉ๐ถโ.โ |
Detto fatto, prese subito lโascia arrotata per cominciare a levargli la scorza e a digrossarlo; ma quando fu lรฌ per lasciare andare la prima asciata, rimase col braccio sospeso in aria, perchรจ sentรฌ una vocina sottile sottile, che disse raccomandandosi: |
โ๐โ
โโ๐๐ ๐โ^โโโ๏ธโ๐๐กโโ๏ธ^๐ฌ^๐ค๐ขโ^โ๐กโคด๏ธโ๐ฉโฉ๐ช;โ๐๐น^โ๐ฌใฐโ๏ธโ^๐โ๐โฉ๐กโ๐ฌ,๐น^โโธโ๏ธโ๐๐ชโโถ๏ธ๐โ,โ๏ธ๐น^โ๐โ๏ธโ1๏ธโฃโ๐ฃ๐ถโ๐ธ๐ธ,โช๏ธ^โ๐ฃโ๏ธโ^โ๐๐ฏโฌ
๏ธโ: |
โ Non mi picchiar tanto forte! โ |
โ๐๐
^โโ๐โโน๏ธโ๐ถ๐โโ๐ชโฌ
๏ธโ!โ |
Figuratevi come rimase quel buon vecchio di maestro Ciliegia! |
โ๐๐โ^โโ๐ฝโโ๐คโ๏ธโ๐๐ด๐โ๐๐ ๐โ^โ๐ณโ๏ธโ! |
Girรฒ gli occhi smarriti intorno alla stanza per vedere di dove mai poteva essere uscita quella vocina, e non vide nessuno! Guardรฒ sotto il banco, e nessuno: guardรฒ dentro un armadio che stava sempre chiuso, e nessuno; guardรฒ nel corbello dei trucioli e della segatura, e nessuno; aprรฌ lโuscio di bottega per dare unโocchiata anche sulla strada, e nessuno. O dunque?โฆ |
๐น^โ๐โฐโ๏ธโโ๐ง๐งโโฐโ๐ฒ๐ โโ๏ธ^๐โโ๏ธโ๏ธโ๐โ๐ฃ๐ถโ^โโคด๏ธโ๏ธโ,โ๐น๐
^โ๐โ๏ธโโ๐คโโ!๐น^โ๐โ๏ธโโคด๏ธโฉ,โโ๐คโโ;๐น^โ๐โ๏ธโโบ1๏ธโฃโ๐๐๐โโช๏ธ^โ๐ถโ๏ธโโโฒ๐ฏโ๐,โโ๐คโโ;๐น^โ๐โ๏ธโโคต๏ธ๐โฉโโป๐ชโป๐ชโโโฉโ๐ฌ๐ชโ,โโ๐คโโ;๐น^โ๐โ๏ธโ๐ชโฉโ๐ ๐ โโ๏ธ^๐๐๐ฃ,โโ๐คโโ.โ๐คโ๏ธโ?โฆ |
โ Ho capito; โ disse allora ridendo e grattandosi la parrucca โ si vede che quella vocina me la son figurata io. Rimettiamoci a lavorare. โ |
โโน๏ธ^โ๐กโ๏ธโโ;๐น^โ๐ฃโ๏ธโโ^โ๐โฌ
๏ธโโ^โ๐โโ๏ธโฌ
๏ธโ๐,โ๐คโน๏ธ^โ๐ฝโ๏ธโ๐โ๐ฃ๐ถโ.โโน๏ธโน๏ธโ^โโ๐ฌ๐โ^โ๐๐ โ.โ |
E ripresa lโascia in mano, tirรฒ giรน un solennissimo colpo sul pezzo di legno. |
โ,โโ๐โ๏ธโ๐กโ๐๐โ,๐น^โ๐๐โ๏ธโโคต๏ธ๐ฉโฉ๐ช. |
โ Ohi! tu mโhai fatto male! โ gridรฒ rammaricandosi la solita vocina. |
โ๐ฉ!,๐^โโก๐คโ๏ธโโถ๏ธโน๏ธ!โโ๐ฃ๐ถโโช^โ๐ฃ๐โ๏ธโ^โ๐ขโฌ
๏ธโ. |
Questa volta maestro Ciliegia restรฒ di stucco, cogli occhi fuori del capo per la paura, colla bocca spalancata e colla lingua giรน ciondoloni fino al mento, come un mascherone da fontana. |
๐๐โ๐๐ ๐โ^โ๐ตโ๏ธโ,๐๐ณโ๏ธ๐ฑ,๐๐ฎโ๐๐
๐ฝ๐ฃ๐ฝโ๏ธ๐ถ,โ๏ธ1๏ธโฃ๐ฟโฉโฒ. |
Appena riebbe lโuso della parola, cominciรฒ a dire tremando e balbettando dallo spavento: |
๐โ๐๐ ๐โ^โ๐ฌ๐โ^๐ฃ,๐น^โ๐ฌโ๏ธโ^๐ฃ^โ๐โฌ
๏ธโโ^โ๐ฌโโฌ
๏ธโโ๏ธ๐ฑ: |
โ Ma di dove sarร uscita questa vocina che ha detto ohi?โฆ Eppure qui non cโรจ anima viva. Che sia per caso questo pezzo di legno che abbia imparato a piangere e a lamentarsi come un bambino? Io non lo posso credere. Questo legno eccolo qui; รจ un pezzo di legno da caminetto, come tutti gli altri, e a |
โ๐คโโ๏ธโ๏ธโ๐โ๐ฃ๐ถโ^โ๐๐โโช๏ธ^โ๐ฃโ๏ธโ๐ฉ?โฆ๐คทโโ๏ธโ๐คโ๐ฏโ^๐ถ๐.๐ฒ๐๐ฉโฉ๐ช^โ๐ซโ๏ธโ^๐ญโ^๐ฉโ๏ธ1๏ธโฃ๐ถ?โน๏ธ๐
^๐ช^๐ฝ.๐๐ช^๐ถ๐;๐น^๐ถ1๏ธโฃ๐ฉโฉ๐ชโ๏ธโจ,โ๏ธโ๐ฏ๐ฏโโ๐ฉโฉ๐ช๐ฉโฉ๐ชโโ |
buttarlo sul fuoco, cโรจ da far bollire una pentola di fagioliโฆ. O dunque? Che ci sia nascosto dentro qualcuno! Se cโรจ nascosto qualcuno, tanto peggio per lui. Ora lโaccomodo io! โ |
โ๐ฎโฌ
๏ธโโคต๏ธ๐ฅ,โน๏ธ^๐ช^โโก๐ง๐กโ1๏ธโฃ๐ฒโฆโ๐คโ๏ธโ?๐ค๐ค^๐โคต๏ธ๐ช!๐ฒ๐ค^๐๐,โ โถ๏ธ๐น.โโน๏ธ^๐๐น!โ |
E cosรฌ dicendo, agguantรฒ con tuttโe due le mani quel povero pezzo di legno, e si pose a sbatacchiarlo senza caritร contro le pareti della stanza. |
โ^โ๐ฃโฌ
๏ธโโ,๐น^โโโ๏ธโ๐๐๐๐ฉโฉ๐ช๐ฅ,โ^โ๐ฌโ๏ธโ^โ๐๐โ๐นโ๐ช๐โฌ
๏ธโ๐โ๐ผ๐ผโโฉโ๐ฒ๐ โ. |
Poi si messe in ascolto, per sentire se cโera qualche vocina che si lamentasse. Aspettรฒ due minuti, e nulla; cinque minuti, e nulla; dieci minuti, e nulla! |
โญ๐น^โ๐ฌโ๏ธโ^๐,โ๏ธ^๐๐ฒ๐^โ๐ถโ๏ธโ๐คโ๐ฃ๐ถโโช๏ธ^โ๐ฉโ๏ธโ.๐น^โโธโ๏ธโ2๏ธโฃโโฑโฑโโโ,5๏ธโฃโโฑโฑโ,โโ,๐โโฑโฑโ,โโ! |
โ Ho capito โ disse allora sforzandosi di ridere e arruffandosi la parrucca โ si vede che quella vocina che ha detto ohi, me la son figurata io! Rimettiamoci a lavorare. โ |
โโน๏ธ^โ๐กโ๏ธโโ,๐น^โ๐ฃโ๏ธโโ^โ๐๏ธโโ๏ธโฌ
๏ธโ^๐
โ^โ๐โโ๏ธโฌ
๏ธโ๐.โ๐คโน๏ธ^โ๐ฝโ๏ธโ๐โ๐ฃ๐ถโโช๏ธ^โ๐ฃโ๏ธโ๐ฉ!โโน๏ธโน๏ธโ^โโ๐ฌ๐โถ๏ธโ^โ๐๐ โ.โ |
E perchรจ gli era entrato addosso una gran paura, si provรฒ a canterellare per farsi un poโ di coraggio. |
โโ๏ธโ๐๐ ๐โ^โ๐ถ๐โ๏ธโโคต๏ธ๐1๏ธโฃ๐ฑ๐,๐น^โ๐ฌโ๏ธโ^โ๐ฃ๐ค๐ถโโ๏ธ^โโก๐ฆ๐โโโฒ๐ถโ. |
Intanto, posata da una parte lโascia, prese in mano la pialla, per piallare e tirare a pulimento il pezzo di legno; ma nel mentre che lo piallava in su e in giรน, sentรฌ la solita vocina che gli disse ridendo: |
๐,โ๐ฅโ๏ธโ๐ก๐,๐น^โโโ๏ธโ๐ช,โ๏ธ^๐ชโ^โ๐กโคด๏ธโ๐ฉโฉ๐ช;โ๐๐น^โ๐ชโ๏ธโโ,๐น^โ๐โ๏ธโโ๐ฃ๐ถโโชโช๏ธ^โ๐ฃโ๏ธโโถ๏ธ๐น^โ๐
โฌ
๏ธโ: |
โ Smetti! tu mi fai il pizzicorino sul corpo! โ |
โ๐^โโ๐โ!๐^โ๐๐โโคต๏ธ๐!โ |
Questa volta il povero maestro Ciliegia cadde giรน come fulminato. Quando riaprรฌ gli occhi, si trovรฒ seduto per terra. |
๐๐โ๐๐ ๐โ๐ฅ^โ๐ขโ๏ธโ๐ฝโ๏ธโโกโ๏ธโ.๐๐น^โ๐๐โ๏ธโโ๐๐โ,๐น^โ๐ถโ๏ธโ๐บโคต๏ธโด. |
Il suo viso pareva trasfigurito, e perfino la punta del naso, di paonazza come era quasi sempre, gli era diventata turchina dalla gran paura. |
๐โโฉ๐นโ^โ๐ถโ๏ธโ๏ธโ๐,โโ๐โโ๐บโฉ๐,โช๏ธโช^โ๐ถโ๏ธโใฐโโฒ๐ฏโโ๐ด๐โ,^โโฟโ๏ธโ๐ทโ๏ธ๐ฑ๐. |